RIVOLUZIONE IPHONE: JOBS COME GUTENBERG

A cosa serve la tecnologia? È una domanda alla quale ognuno di noi dovrebbe dare una risposta per provare a capire quello che sta succedendo. L'iPhone è il simbolo di questo processo. Riassumendo con poche parole: lo sviluppo tecnologico è ormai evidentemente esponenziale, non lineare. Questo si traduce in conseguenze eclatanti nella nostra vita. In questo momento possiamo ben valutare l'esplosione della tecnologia della comunicazione: siamo tutti interconnessi, sempre, in ogni luogo. Possiamo raggiungere chiunque o qualsiasi informazione in qualsivoglia parte del mondo ci troviamo (non è esattamente così, ma poco ci manca). Qualche giorno fa un amico mi ha mostrato in Google Maps una sua foto scattata nel 1993 di cui lui stesso ignorava l'esistenza. Poche settimane prima aveva trovato in forma di pdf alcuni sui lavori d'illustrazione che pensava di aver perso. Insomma: internet è un immenso, quasi infinito archivio di informazioni presenti e passate. Una biblioteca di Babele, in 4D. Cosa rende possibile pensare che in pochi anni tutta la conoscenza umana sia online in tempo reale e per tutti? La tecnologia, e la sua crescita esponenziale. L'iPhone è la chiave per capire dove andremo a parare. Un dispositivo concepito per rendere possibile questo tutto&subito&inogniluogo che contraddistingue il flusso della comunicazione. Grazie all'iPhone e alle sue annunciate evoluzioni (vedi questo articolo su Macitynet) ognuno di noi sarà, entro vent'anni, una cellula neuronale del grande cervello interconnesso esteso su tutto il pianeta. E poi? L'accelerazione drammatica delle possibilità di comunicazione sarà un motore potentissimo per l'evoluzione tecnologica in altri campi. E qui mi fermo, perché non sono un guru. Ma mi preme rilevare che al momento l'icona di questa rivoluzione culturale epocale è indiscutibilmente l'iPhone. Come l'alfabeto all'alba della storia, come il libro stampato nel Cinquecento.

PROCESSORI MADE IN APPLE

La notizia, se confermata, è gustosa: Apple produrrà in proprio i chip necessari ai propri dispositivi. Il lancio dell'Ansa non lascia spazio a dubbi e ci induce ad alcune riflessioni. Prima: i chip fatti in casa costeranno di più dei chip sviluppati da produttori specializzati. Seconda: i chip fatti in casa avranno specifiche originali, che presumibilmente permetteranno la nascita di prodotti ugualmente originali. Terza: la produzione casalinga di chip potrebbe preludere a un'inversione delle politiche commerciali di Apple, attualmente improntate alla collaborazione (vedasi caso di Intel), per una maggiore chiusura. Quarta: cambiare chip comporterà inevitabilmente cambiare software. Vedremo una generazione del tutto nuova di computer, iphone e ipod? Rumors non confermati vorrebbero Apple in prima linea nello studio dei cosiddetti chip 3D, che farebbero fare un salto generazionale alle capacità di calcolo dei prodotti della mela. Che le due notizie siano connesse con l'acquisizione di PA Semi, un'azienda specializzata in processori a basso consumo?