RIVOLUZIONE IPHONE: JOBS COME GUTENBERG

A cosa serve la tecnologia? È una domanda alla quale ognuno di noi dovrebbe dare una risposta per provare a capire quello che sta succedendo. L'iPhone è il simbolo di questo processo. Riassumendo con poche parole: lo sviluppo tecnologico è ormai evidentemente esponenziale, non lineare. Questo si traduce in conseguenze eclatanti nella nostra vita. In questo momento possiamo ben valutare l'esplosione della tecnologia della comunicazione: siamo tutti interconnessi, sempre, in ogni luogo. Possiamo raggiungere chiunque o qualsiasi informazione in qualsivoglia parte del mondo ci troviamo (non è esattamente così, ma poco ci manca). Qualche giorno fa un amico mi ha mostrato in Google Maps una sua foto scattata nel 1993 di cui lui stesso ignorava l'esistenza. Poche settimane prima aveva trovato in forma di pdf alcuni sui lavori d'illustrazione che pensava di aver perso. Insomma: internet è un immenso, quasi infinito archivio di informazioni presenti e passate. Una biblioteca di Babele, in 4D. Cosa rende possibile pensare che in pochi anni tutta la conoscenza umana sia online in tempo reale e per tutti? La tecnologia, e la sua crescita esponenziale. L'iPhone è la chiave per capire dove andremo a parare. Un dispositivo concepito per rendere possibile questo tutto&subito&inogniluogo che contraddistingue il flusso della comunicazione. Grazie all'iPhone e alle sue annunciate evoluzioni (vedi questo articolo su Macitynet) ognuno di noi sarà, entro vent'anni, una cellula neuronale del grande cervello interconnesso esteso su tutto il pianeta. E poi? L'accelerazione drammatica delle possibilità di comunicazione sarà un motore potentissimo per l'evoluzione tecnologica in altri campi. E qui mi fermo, perché non sono un guru. Ma mi preme rilevare che al momento l'icona di questa rivoluzione culturale epocale è indiscutibilmente l'iPhone. Come l'alfabeto all'alba della storia, come il libro stampato nel Cinquecento.

PROCESSORI MADE IN APPLE

La notizia, se confermata, è gustosa: Apple produrrà in proprio i chip necessari ai propri dispositivi. Il lancio dell'Ansa non lascia spazio a dubbi e ci induce ad alcune riflessioni. Prima: i chip fatti in casa costeranno di più dei chip sviluppati da produttori specializzati. Seconda: i chip fatti in casa avranno specifiche originali, che presumibilmente permetteranno la nascita di prodotti ugualmente originali. Terza: la produzione casalinga di chip potrebbe preludere a un'inversione delle politiche commerciali di Apple, attualmente improntate alla collaborazione (vedasi caso di Intel), per una maggiore chiusura. Quarta: cambiare chip comporterà inevitabilmente cambiare software. Vedremo una generazione del tutto nuova di computer, iphone e ipod? Rumors non confermati vorrebbero Apple in prima linea nello studio dei cosiddetti chip 3D, che farebbero fare un salto generazionale alle capacità di calcolo dei prodotti della mela. Che le due notizie siano connesse con l'acquisizione di PA Semi, un'azienda specializzata in processori a basso consumo?

EBOOK, NUOVE FRONTIERE

Dopo innumerevoli false partenze, gli ebook sembrano finalmente pronti alla diffusione in larga scala. Almeno così sostengono varie fonti, che sono ben riassunte il questo articolo comparso su Repubblica.it. A contribuire alla sensazione che la tecnologia stia finalmente arrivando a maturità vari segnali, tra i quali l'uscita della versione 2 del Kindle (ancora troppo caro: 360 dollari), il lettore di Amazon, e il prezzo più abbordabile del Reader della Sony (299 dollari). E gli studi sempre più avanzati sulla carta digitale, ormai sul mercato.

APPLE'S WAY OF LIFE

Oggi propongo questa breve riflessione. Gli inventori e gestori di Pirate Bay sono stati condannati da un tribunale svedese: galera, multa e indennizzi, quanto basta per mettere la parola fine alla pirateria sul web. O no? Tutti quelli che cercano on line qualcosa da scaricare gratis, sanno che Pirate Bay è solo un simbolo e la condanna è stata una punizione esemplare. Un monito. Che per di più dovrà essere ancora confermata in appello. Non ha fermato di sicuro la pirateria. I siti cinesi, dai quali è possibile ottenere tutto, chi li metterà mai sotto chiave? Pensiamo un attimo alla diffusione della pirateria: in taluni casi è equiparabile a un fenomeno criminale, nel senso che danneggia gli interessi economici di taluni per favorire altri; ma sovente è la risposta meditata e coerente a un fenomeno di monetarizzazione selvaggia di qualunque cosa. Una risposta simile all'esproprio proletario degli anni settanta e ottanta. Non condivisibile, ma comprensibile. Una filosofia che fa dello sharing il punto di forza dell'evoluzione culturale e tecnica, una sorta di "comunismo" delle conoscenze, come si può contraddire? Non è forse vero che la libera circolazione delle idee è più fertile della censura? Cosa c'entra questo discorso con Apple? Beh, Apple apparentemente è l'esatto contrario dello sharing libero. Il sistema tecnologico e di comunicazione messo in piedi da Apple (commercio on line user friendly, grazie ad iTunes, e terminali di download onnipresenti) è finalizzato al business, naturalmente. Ma riflettiamo su questo: se il business iTunes decollasse al punto da diventare lo standard delle transazioni digitali (non solo musica, film e show, ma anche cultura in senso più generale, cioè divulgazione scientifica, ad esempio, e interconnessione con i blog e i forum, che sono sempre di più patrimonio di conoscenza diffusa e specialistica), non credete che il costo del download andrebbe scemando? Non credete che il vero modo per combattere la pirateria sia di impossessarsi delle sue armi (offrire quello che si desidera subito e gratis) e usarle?

LA GUERRA DEL MULTITOUCH SCREEN

Vari siti web si sono occupati della questione. Come spesso accade sui giornali online si trovano le considerazioni più sensate. Perciò linko questa pagina di Repubblica.it dedicata alla denuncia presentata dalla taiwanese Elan contro Apple. In mezzo alla questione ci sono i diritti per il multitouch screen, una delle innovazioni più caratteristiche e strategiche di Apple, utilizzato su iPhone e in procinto di essere sfruttato su alcuni del nuovi prodotti. Tra i quali il "rumoreggiato" netbook col marchio della mela che dovrebbe uscire entro fine anno. Invito alla lettura dell'articolo e ad approfondimenti successivi prima di formulare qualsivoglia giudizio.

INTEL NUOVI PER MAC PIU' VERDI E POTENTI

Sono passate un po' sotto traccia le ultime novità provenienti da Intel. La prima, datata una settimana fa, riguarda la presentazione della nuova famiglia di processori Xeon 5500, veri mostri di potenza proiettati nel futuro immediato anche di Apple, visto che questi chip equipaggiano il nuovo Mac Pro. I nuovi processori sono in grado, tra le altre performance, di erogare prestazioni superiori del 125 rispetto ai predecessori. Questo bell'articolo di Macitynet illustra i progressi dei processori. Una seconda notizia fa riflettere e ben sperare, nell'ottica di prodotti Apple più ecologici: un nuovo materiale, combinato con innovative tecniche di ingegnerizzazione del chip, permetterebbe la nascita in tempi brevi di processori "verdi" in grado di consumare il 90% in meno. Non mi cimento in un calcolo globale su quanto inciderà sulla mia bolletta, ma ipotizzo che il mondo ne beneficerà parecchio... Anche in questo caso segnalo la pagina di Macitynet che ha ripreso i lanci che provengono da Asia e Usa.

GOOGLE, RICERCA PIU' UMANA

Con questo post voglio attirare l'attenzione su uno dei problemi più grossi che ci troviamo ad affrontare, noi uomini sommersi dalle informazioni e dai ricordi: come trovare quello che cerchiamo. Circondati da svariati oceani di documenti, pagine web, fotografie, mp3, mp4 e chi più ne ha più ne metta, riempiamo i nostri hd e i nostri bookmarks di oggetti che poi, inevitabilmente, perdiamo. Apple ci ha regalato Spotlight, un motore di ricerca strettamente connesso al finder grazie al quale il nostro computer (in teoria anche la nostra rete personale o aziendale, ma solo in teoria) ritrova tutto quello che abbiamo sparso in giro. Spotlight ha reso quasi inutile la vecchia catalogazione gerarchica, a cartelle, che per anni ci ha permesso la sopravvivenza. Google è nel web quello che Spotlight è sul nostro computer. Da ieri, Google ci offre una ricerca più "umana": grazie a nuovi algoritmi e a software di ricerca che ragionano in termini associativi, il nuovo motore è in grado di offrirci risultati molto più raffinati e aderenti alle nostre esigenze. Il risultato probabilmente inquieterà coloro che profetizzano un'intelligenza centrale invasiva, tipo grande fratello: il dio della rete, come è stato definito. E farà invece sorridere i guru della pubblicità che tramite le logiche associative sono in grado di avere un profilo sempre più preciso di ognuno di noi: preferenze, abitudini, esigenze. Per portarci all'uscio di casa - pardon: alla finestra di Safari - tutti i prodotti che avremo desiderato.
Un bell'articolo di Vittorio Zambardino, sul suo blog, spiega bene in cosa consista questa rivoluzione silenziosa di Google:

SNOW LEOPARD A GIUGNO?

Indiscrezioni accreditano la possibilità che Snow Leopard, il nome in codice della versione 10.5.7 del MacOs System, possa essere rilasciato a giugno. È una novità molto attesa, in considerazione del fatto che per la prima volta Apple non bada all'immagine ma alla sostanza. Il cuore del cambiamento avverrà sotto pelle, nel motore dell'OS. E chiunque utilizzi un computer Apple per lavoro non può che apprezzare questo cambio d'indirizzo.
A questi link è possibile avere un'idea delle novità che saranno introdotte da Snow Leopard:

APPLE CALA, JOBS HA SBAGLIATO?

Steve Jobs all'inizio della sua avventura.

Un interessante articolo pubblicato oggi da Corriere.it mette in correlazione la crisi di vendite di Apple (-16% negli Usa a febbraio, secondo un'agenzia di rilevazione americana) con la strategia contraria al low cost propugnata da Steve Jobs. In particolare, nell'articolo si fa notare che Apple avrebbe implicitamente ammesso l'errore progettando in tutta fretta un netbook, cioè uno di quei computer che Jobs mai e poi mai avrebbe voluto realizzare. A parte la forzatura (il mercato è in calo per tutti, non solo per Apple), c'è del vero in ciò che dice il Corriere.it. Apple è sempre stato un marchio per palati fini e tasche fornite: qualità, design e innovazione a caro prezzo. Che sia venuto il momento, causa recessione, di scendere di un gradino e pensare anche in termini di economicità? Magari inventandosi un marchio low cost nel quale convogliare i prodotti meno costosi ma pur sempre made in Apple?

ENERGIA SUPER DALLE NUOVE BATTERIE

Una batteria superveloce SCiB, della Toshiba

Mentre il MIT di Boston comunica di aver individuato e sperimentato un metodo che permette di ricaricare in pochi secondi le batterie agli ioni di litio (quelle più diffuse e affidabili, al momento), in Giappone - in special modo alla Toshiba - continuano le ricerche attorno alle batterie di nuova concezione, in grado di sopportare 5000 cicli di ricarica (contro i 500 odierni) a fronte di una velocità di accumulo decisamente migliorata (10 o 15 minuti). Se la crisi non si ripercuoterà sulle capacità di ricerca dei laboratori più avanzati del mondo, si possono immaginare per l'immediato futuro fantastiche prospettive. Cellulari che si ricaricano in pochi secondi e durano settimane, portatili senza effetto memoria, possibilità di stoccare energia (magari quella solare) in condizioni di assoluta sicurezza anche per i privati, diffusione in larga scala delle autovetture elettriche, oggi frenate proprio dalla scarsa efficienza delle batterie. Se produrre energia è un problema (non a caso si riparla di centrali nucleari), anche trovare un modo efficace di accumularla è una bella sfida. Il nostro modo di usare il Mac, di lavorare e di viaggiare dipenderà dalle risposte che verranno date nei prossimi mesi a queste domande.

TELEFONATE GRATIS CON GOOGLE

Dopo Skype, Google. Il gigante dei motori di ricerca prosegue nella sua strategia, volta a fornire tutti i servizi di comunicazione dei propri utenti, con Google Voice, che permetterà telefonate gratuite o quasi (al momento il servizio non è ancora attivo, quindi gli eventuali costi non sono ancora definiti) dal proprio fisso o dal proprio cellulare verso fissi o cellulari utilizzando la tecnologia VoIP. Rispetto a Skype, il vantaggio sarebbe evidente: per gli utenti, sia chi chiama sia chi riceve, non cambierebbe la modalità d'uso del proprio apparecchio. Semplicemente, utilizzando un account e un numero Google, sarebbe possibile trasformare il proprio computer in una centralina telefonica, capace di smistare le telefonate grazie a Google Voice. Il servizio si attiverebbe in due modi: chiamando dal proprio apparecchio il numero Google e poi il numero desiderato, oppure cliccando a computer su un utente della rubrica. Una rivoluzione che negli Usa arriverà tra poche settimane, ma in Italia probabilmente non prima di qualche mese.
Un ottimo e chiaro articolo comparso oggi su Repubblica spiega bene i contorni del servizio Google Voice: http://www.repubblica.it/2009/01/sezioni/tecnologia/google-world/lancio-voice/lancio-voice.html.

CREARE UNA STAZIONE GRAFICA (parte seconda)


(immagine tratta da www.theapplelounge.com)


L'hardware, questo sconosciuto. Quanta gente non sa distinguere un G5 dall'altro, un Powerbook da un Macbook, un iMac da un Mac mini? Non fa niente. Non è importante sapere a memoria i modelli usciti dal 1986 a oggi. È importante chiarire cosa vogliamo farci. Parliamo di computer. Prima distinzione: portatile o desktop? Se ne fate un uso professionale, tendenzialmente risponderei: desktop. Più salgono le esigenze più la risposta diventa: desktop, MacPro. I portatili, anche i più performanti, a parità di prezzo sono meno utili nei calcoli complessi della grafica evoluta. Non hanno una scheda video all'altezza e scaricano tutta la richiesta di risorse sul processore e sulla ram. Certo, sono fichi. E ci potete lavorare sulla spiaggia piuttosto che su un bel prato in montagna. Io personalmente preferisco lavorare su una scrivania, con un bel motore appoggiato a terra e un bel monitor, grande e luminoso, davanti. E con la tastiera estesa, dotata di un simpatico mighty mouse. Se proprio avete tanti soldi, allora pensate a un portatile come spesa di rappresentanza e come alternativa al dvd e a un hd esterno per veicolare i lavori. Ottimo anche per fare una demo. Punto.
Allora, ripartiamo dal desktop. Mac mini, iMac o MacPro? Avrete capito che io privilegerei l'ultimo. Ma non a tutti i costi. L'erede del G5 ha costi di partenza cospicui: un Mac Pro nuovo costa dai 2399 euro in su; un G5 usato costa dai 500 euro (il biproprocessore) ai 1200/1300 (il quad powermac; il quad intel non si trova ancora). Quindi, se il badget è limitato, orientarsi su Mac mini e iMac non è scandaloso. A parità di potenza, i secondi offrono un display più che buono (da 20 a 24 pollici molto luminoso) a una cifra compresa tra 1149 e 1899 euro. E hanno tastiera e mouse compresi nel prezzo. Se comprate un Mac mini di simili caratteristiche, e ci aggiungete un monitor Apple Led Cinema display da 27 pollici, più tastiera e mouse, vedrete che il costo dell'hardware sarà più o meno lo stesso. La differenza è evidente: Mac mini vi permette di riciclare monitor, tastiera e mouse vecchi. O di comprarne di non Apple, risparmiando un po'. Per la maggior parte dei lavori grafici, Mac mini e iMac con almeno 4 gb di ram sono più che sufficienti. Però, se dovete fare complessi ritocchi fotografici, rendering d'immagine o video editing, vi toccherà per forza orientarvi su un G5 o seguenti, a quattro o otto processori, e sicuramente con un bel pacco di memoria ram (almeno 8 gb).
Accessori. Quale che sia il vostro lavoro, dovete obbligatoriamente acquistare: un hd esterno molto capiente, sul quale backuppare o archiviare i vostri lavori; un hd esterno autoalimentato più piccolo, per consegnare i vostri lavori se non ci stanno su un dvd; un masterizzatore esterno (consideratelo un muletto: vi verrà buono prima di quanto non immaginiate...) per fare copie dei lavori da conservare (non si sa mai); una stampante, anche solo a getto d'inchiostro, per le bozze di lavoro; una linea adsl, che potrebbe evitarvi dispendiose e fastidiose scampagnate dai vostri clienti, e comunque indispensabile per la posta elettronica; uno scanner (vanno bene anche quelli multifunzione: stampante, scanner, fotocopiatore, a meno di 100 euro). Agli illustratori serve anche una tavoletta grafica (consiglio le Wacom, economiche e precise), ai video editor potrebbe servire una scheda di acquisizione (meno di 100 euro) e una videocamera (da 250 euro a 800).
Ok: facciamo due righe di conti? Per un impaginatore/grafico circa 1000 euro per il computer più monitor più tastiera più mouse, altri 150 per i due hd esterni, 100 per la stampante/scanner multifunzione, 25 al mese per un'adsl accettabile. Totale, per il primo anno: 1600 euro. A questa cifra, un illustratore deve aggiungere circa 150 euro per la tavoletta grafica. Per un editor di immagini, computer più monitor più tastiera più mouse più memoria addizionale possono costare circa 3200 euro. Più tutto il resto fa un totale di 3750 euro. Per un video editor il costo del computer sale di altri 700 euro, cioè a 4450, più la scheda di acquisizione: totale 4550.
Naturalmente, stiamo ragionando su una stazione base, per cominciare a lavorare. Poi, ciascuno di noi punterà a migliorare e aggiornare. Arriveranno hd interni aggiuntivi, altra memoria ram, monitor più grossi (o, come consiglio, un secondo monitor, sul quale dislocare gli strumenti lasciando campo libero sul monitor primario). Ma questa è un'altra storia, che ha a che fare con l'ambizione e l'augurabile successo della vostra iniziativa.
Nella prossima puntata, si parlerà di software.

NUOVO IPOD: MINI, ANZI MICRO

Lanciato in queste ore, il nuovo iPod Shuffle è il prodotto più recente e interessante dell'opera di miniaturizzazione intrapresa da Apple sulla fascia bassa dei suoi iPod. Destinato alla fascia più giovane e agli sportivi, lo Shuffle detiene il record di piccolezza e di leggerezza nella sua categoria: 4 gb di musica - quindi circa mille canzoni - in 4,5 cm d'altezza (e metà larghezza del precedente) per soli 7,8 mm di spessore. Alcune novità interne: utilizza VoiceOver per dire quale canzone si sta ascoltando; consente playlist multiple; ha controlli accessibili sul cavo degli auricolari. In due colori (grigio chiaro e grigio scuro), costa 75 euro.

FIREWIRE 800 O USB 3?

Lo schema del connettore usb 3

Il futuro delle porte ad alta velocità su Apple è tutt'altro che segnato. Mentre le nuove macchine di Cupertino sembrano aver ormai abbandonato il vecchio firewire 400 a vantaggio del più performante firewire 800 (vedasi Mac mini), affiancandolo alle solite porte usb 2, da Tokio rimbalza la notizia che i test sui chip usb 3 stanno procedendo alla grande. Questo vorrebbe dire che all'inizio del 2010 le porte ultraveloci sarebbero già disponibili come standard per la maggior parte delle schede madri. Entro un anno, quindi, tutte le periferiche principali potrebbero richiedere una connessione usb 3. Apple si adeguerà? Meditate, gente, se dovete programmare i vostri acquisti...

DA QUARKXPRESS A INDESIGN

Incollo da Macitynet.it questa interessante notizia:

Adobe ha preparato la nuova versione di una guida in PDF (al momento solo in inglese) che illustra pregi, vantaggi e indica agli utenti dello storico software d'impaginazione di Quark come passare ad InDesign. La guida (56 pagine) spiega le principali differenze tra i due software, le abbreviazioni di tastiera più comuni, le funzionalità e una vista dettagliata della document window. Si prosegue con le indicazioni di come aprire file XPress, importare testo e grafica, effettuare il preflight e inviare l'output su varie periferiche.

La guida è solo una di una serie di nuove guide che Adobe ha preparato. Allo stesso indirizzo si trovano guide per chi ancora usa PageMaker, tutorial e vario materiale di training.

(Mauro Notarianni)

DUE HD PER IL NUOVO MAC MINI

Alcuni siti, tra i quali segnalo mytech.it, hanno rimarcato le caratteristiche più interessanti del nuovi Mac mini. In queste righe mi limito a sottolinearne due: primo, nel nuovo Mac mini c'è l'alloggiamento potenziale per un secondo hd; secondo, dei due slot di ram uno parte libero, offrendo all'acquirente la possibilità di espandere la memoria senza buttare via (come avveniva prima) i vecchi banchi. La prima novità permette di guardare al mini come a un piccolo server, che può contare teoricamente su un tera di memoria, piuttosto che sull'opzione mirroring per avere maggiore protezione dei dati. La seconda novità è indice di un'apertura di Apple raramente manifestata in precedenza: non sono lontani i tempi, infatti, in cui entrare in un computer Apple era un'impresa e aggiornarsi da soli la memoria pure. Gli stessi osservatori fanno notare una terza novità, negativa: per un difetto probabilmente attribuibile al firmware, non è consigliabile espandere i mini a più di 4 gb di ram. Oltre, il computer rallenta in maniera inverosimile rendendo inutile e addirittura controproducente l'inserimento della memoria aggiuntiva.

NETBOOK TOUCHSCREEN APPLE?

Sarà così il netbook touchscreen targato Apple?

Vi piacerebbe un netbook touchscreen con il MacOsX sopra? A me personalmente sì. Sempre negato da Steve Jobs, che non ha mai apprezzato i cheaputer, il netbook dei sogni potrebbe essere una realtà entro l'estate. Questo è ciò che sostengono a Taiwan, dove ha sede la Wintec, azienda leader nella produzione di display. La Wintec produce già display touchscreen per Apple e non è detto che la prossima infornata non sia destinata proprio a un nuovo prodotto. Rumors a parte, vero è che un netbook rischierebbe di pestare i piedi all'iPhone, rubandogli fette di possibile clientela. Ma, si sa, è il mercato che detta le regola e, al momento, i netbook sono un prodotto di sicuro appeal.

IPOD DA FARE A PEZZI

Copio e incollo direttamente da Digita Music questo post di Luca Castelli. Interessante perché ci fa vedere l'iPod da un punto di vista non convenzionale.
Non tutti gli artisti la pensano come gli U2, che qualche anno fa distribuirono (in curiosa concomitanza con l'uscita di un album) una versione personalizzata dell'iPod. C'è anche chi detesta il lettore musicale della Apple e ciò che rappresenta. Per esempio, Steven Wilson. Il leader della prog-rock band Porcupine Tree ha pubblicato a novembre il suo primo album solista, Insurgentes, distribuendolo solo in una edizione limitata in doppio cd e dvd audio. Adesso arriva nei negozi anche la versione standard (sempre accompagnata da un dvd audio) e per l'occasione Wilson ha lanciato una campagna promozionale decisamente particolare. Su YouTube sono già disponibili quattro filmati dai titoli inequivocabili - iPod Destruction part one, part two, part three, part four - nei quali l'artista mostra diversi modi per distruggere un iPod: a fucilate, con la fiamma ossidrica, con un martello, passandoci sopra con un'automobile.
(Luca Castelli - Digita Musica - La Stampa.it)

CREARE UNA STAZIONE GRAFICA (parte prima)

Fotografia tratta dal blog Accountentando.com

Crisi globale, licenziamenti, mercato deregolato: tutto ci porta a credere che sempre di più, nei prossimi anni, avrà valore la professionalità dell'individuo e la sua capacità imprenditoriale. Probabilmente, molte più aziende si affideranno al lavoro di fornitori esterni, sfoltendo il proprio parco dipendenti. Questa necessaria premessa serve a spiegare perché tutti i grafici e gli editoriali devono prendere in considerazione, a prescindere dalla stabilità della propria posizione lavorativa, la creazione di una stazione di elaborazione a casa. Uno strumento di svago per il proprio tempo libero, che potrebbe diventare indispensabile strumento di lavoro.
In questa prima puntata mi limiterò a definire grossolanamente gli ambiti entro i quali fare le proprie scelte: quali hardware e quali software in funzione dei lavori da portare a termine. Nella seconda puntata affronterò specificamente la questione hardware, con prezzi e caratteristiche. Nella terza parlerò di software, sempre con prezzi e caratteristiche. Nella quarta e ultima puntata mi dedicherò agli editoriali e alle loro meno pretenziose ma assai specifiche esigenze.
Punto primo: non pensate troppo in piccolo, non pensate troppo in grande. Occorre fare un'analisi molto attenta dei lavori che si è in grado di svolgere, farne una lista attendibile e sulla base di questo primo riscontro scegliere macchine e programmi. Inutile spendere soldi per l'intera Creative Suite di Adobe, se il lavoro sarà prevalentemente basato sul ritocco fotografico. O se siete degli illustratori. Indispensabile avere sia Indesign sia QuarkXpress se invece dovrete soprattutto impaginare o inserire testi e foto elaborate da altri. In modo analogo, un G5 8-core con 16Gb di Ram e quattro HD è inutile se siete grafici editoriali, consigliabile se siete creativi pubblicitari, indispensabile se fate multimediale.
Punto secondo: valutate bene tutte le offerte che ci sono in giro. Possono capitare buone occasioni nell'usato (anche nel software, perché no) e molti rivenditori ormai offrono soluzioni di noleggio operativo che, a determinate condizioni, possono essere convenienti. Viceversa, comprare tutto subito e cash potrebbe rivelarsi un pacco bestiale, soprattutto se per esigenze professionali dovrete tenere sempre aggiornata la stazione di lavoro.
Punto terzo e ultimo: studiate la stazione da tutti i punti di vista (computer, software, monitor, scanner, stampante, ma anche collegamento internet e memorie d'archiviazione o da trasferimento), perché non c'è niente di più facile che sottovalutare un aspetto, ritenendolo marginale, per poi trovarsi a bestemmiare e fare le nottate quando c'è da consegnare un lavoro.
Alla prossima puntata.

LIGHTROOM CRESCE: IN ITALIANO E NUOVI PLUG IN

Maggiore integrazione con le funzioni più evolute di Photoshop nel nuovo Lightroom.


La versione 2.3 di Adobe Photoshop Lightroom tocca un traguardo storico: finalmente è in italiano. Il "piccolo photoshop", imperdibile strumento per fotografi e per ricercatori iconografici, dall'inizio di marzo parla la nostra lingua, facilitando il compito al gran numero di operatori che quotidianamente combattono con i menù in inglese. A questo indirizzo è possibile scaricare l'aggiornamento: http://www.adobe.com/downloads/updates/.
A quest'altro indirizzo, invece, è possibile conoscere ed eventualmente scaricare i numerosi plug in che ampliano le funzioni di Lightroom2: http://www.adobe.com/cfusion/exchange/index.cfm?event=productHome&exc=25&loc=en_us.
Infine, solo come segnalazione, a questa pagina è possibile vedere e scaricare i plug in di tutti i prodotti principali Adobe: http://www.adobe.com/cfusion/exchange/.

GIMP, NON È PHOTOSHOP MA... È GRATIS

Figlio di uno dei tanti (e riusciti) progetti open source, Gimp è un editor di immagini light e gratis, ideale per chi incomincia a cimentarsi (su Mac o su Pc, non fa differenza essendoci entrambe le versioni) nel ritocco fotografico. Si può scaricare, nella versione mac, da questo link: http://gimp.lisanet.de/Website/Overview.html. Per la prova su strada rimando a tra qualche giorno. Per le prime considerazioni invece me la cavo rapidamente: è gratis, ci sono molte delle funzioni di Photoshop, compreso il salvataggio e l'apertura di moltissimi formati grafici. D'altra parte, non ha l'integrazione con un pacchetto completo, come invece accade con Photoshop e la Creative Suite. Per iniziare, direi che basta a avanza.

IMAC, MACMINI E NOVITA' APPLE


Eccoli, i nuovi prodotti Apple. Da oggi sono in vendita. Dopo iMac, arrivano i MacMini e i MacPro.
I MacMini, che introducono le novità più vistose (scheda grafica NVIDIA finalmente decorosa, 5 porte USB 2.0, porta FireWire800 e due porte video) hanno queste caratteristiche:
  • MacMini con processore Intel Core 2 Duo da 2 GHz, 1 GB di RAM, HD da 120 GB, unità ottica SuperDrive 8x double-layer e scheda grafica NVIDIA GeForce 9400M. Prezzo di vendita 599 €.
  • MacMini con processore Intel Core 2 Duo da 2 GHz, 2 GB di RAM, HD da 320 GB, unità ottica SuperDrive 8x double-layer e scheda grafica NVIDIA GeForce 9400M. Prezzo di vendita 799 €.
Gli iMac, per tutti i gusti, vanno dal 20'' al 24'' e dai 1099 ai 2099 €.
I MacPro, veri mostri di potenza, sono in due versioni: il quadcore da 2299 e il 8-core da 2999 €. Entrambi con processori Xeon.

TWITTER, IL CINGUETTIO DEL WEB


Incollo questo articolo apparso su Repubblica.it. Interessante, anche per le considerazioni generali sul social network. Non è strettamente mac, ma indirettamente interessa a tutti i macchisti.

PIACE a Barack Obama, e a Britney Spears. Il presidente ci ha fatto campagna elettorale, lei l'ha usato per parlare di frullati e paparazzi. Entrambi sono stati ugualmente brevi: centoquaranta caratteri non uno di più. I loro messaggi sono passati sulla piattaforma di microblogging Twitter, dove tutto ruota attorno alla domanda: "Che stai facendo adesso?". Si risponde con sms, messaggeria istantanea, e-mail, feed RSS. Subito, sull'onda. "Utente cucina strepitosa torta di mele". Sei milioni di utenti registrati dal 2006 quando è nato. Facebook ha cercato di comprarlo, ora è Google che si fa avanti. Perché tanto interesse? Mentre uno chef entusiasta del New Jersey infornava il suo dolce, dall'altro capo del mondo "utente in hotel Mumbai è sotto attacco terroristi". Ottanta messaggi ogni cinque secondi sono partiti da testimoni dell'attentato nell'albergo indiano nel novembre scorso. Cronaca per istantanee, flash di informazioni, socialità e business, amicizia e politica. Durante il discorso di insediamento di Obama, con perfetto contrappasso mediatico, una ventina di senatori e oltre 60 deputati hanno digitato per fare i loro (non sempre elogiativi) commenti. Ecco, in poche parole Twitter è molto. Un po' Facebook, ma più leggero e immediato. Spartano nella grafica come Google, ma adesso: non archivia notizie, le dà subito. È social network, mette in contatto. Ma anche microgiornalismo, haiku di articoli che possono persino cambiare il corso degli eventi. Come appunto a Mumbai, o a New York: "utente su aereo vittima di bird strike atterra sull'Hudson"". 140 battute di testo per segnalare prima di chiunque altro l'inusitato ammaraggio.
Brevi cinguettìi nel coro informatico: questo significa twitter che ha come logo un uccellino. Versi di informazioni sul qui e ora nell'esatto qui e ora di tutti i "followers", gli interlocutori che ognuno può accettare di ascoltare (ma è possibile anche dialogare con tutti, senza restrizioni, un'eco pazzesca). Registrazione gratuita, poco altro da imparare per entrare nel concerto. Si pubblicano i twitt, frasi minimali(ste) su cosa si sta facendo in quell'esatto momento. Chi ha scelto di seguire legge, e risponde, e riceve, e rimanda in un'interminabile sequenza frazionata del tempo. Tutte le schegge di testo vengono pubblicate sulla Pubblic Timeline, dove ci sono i cinguettìi provenienti da ovunque, all'unisono. Lo scopo. La socialità, la tracciabilità, l'iperconnessione. Il mezzo più breve per il flusso di coscienza internettiano, la geografia delle emozioni proprio in quell'unico transitorio istante che non tornerà più, la manìa del tempo reale. Chi twitta vuole iconizzare il proprio status, la propria attualità sincronica, anche quando informa su propri gusti e disponibilità economiche: "Utente compra scarpe da mille euro". Dal settembre 2007 a quello successivo Twitter è diventato il social network che ha registrato il più alto incremento di utenti (+600%) e di visitatori unici (+343%). È molto indietro rispetto ai big del genere, ma a febbraio Compete. com, misuratore di accessi web, nella sua classifica l'ha piazzato per terzo: davanti ha solo MySpace e al primo posto Facebook, il più popolare di tutti (ieri di nuovo attaccato da hacker, la quinta volta in una settimana). A novembre FB ha provato a comprare Twitter per 500 milioni di dollari, ma l'Obvious Corp, la società di San Francisco che fa capo ai tre 30enni californiani (Jack Dorsey, Evan Williams, Biz Stone) che l'hanno creato, hanno detto no grazie: "Vogliamo mantenere la nostra indipendenza". Pare che in realtà il rifiuto sia stato dovuto alle modalità di pagamento: stock options FB, troppo volatili anche per i tre che hanno inventato lo svolazzante cinguettìo. Ma le trattative vanno avanti, e adesso anche rumors sull'interesse all'acquisto di Google. La disarmante facilità è una sua dote, e anche quell'intimità digitale che consente. Ma pure lo "stato d'ansia", altro significato di twitter, è interessante. Compulsivo desiderio della diretta, per dire i frammenti della vita in onda.

(Alessandra Retico, Repubblica.it)

MACBOX SET, (quasi) TUTTO QUEL CHE SERVE


Con l'uscita anche in Italia di MacBox Set si completa la collezione di software aggiornata a disposizione dei professionisti del mondo grafico. MacBox Set raccoglie in un unico pacchetto iLife 09, iWork 09 e la versione più recente del MacOs 10.5 Leopard. Il prezzo, 229 euro, è più che abbordabile, in considerazione del fatto che iWork sostituisce egregiamente la maggior parte delle funzioni del più costoso pacchetto Microsoft Office, mentre iLife permette di curare la confezione basic dei prodotti multimediali e web. A uno dei prossimi post rimando l'analisi dei costi di avviamento di una stazione lavoro grafica.

Democrazia Cibernetica


Apparterrebbe alle notizie "off topic”, cioè non Mac, se non fosse che Facebook fa parte dell'esperienza di molti macchisti. Quindi la riporto: Facebook metterà ai voti il pacchetto di nuove regole studiate per rendere più sicuro ed efficiente il social network. In pratica, gli utenti decideranno come sarà Facebook. Se così sarà, è un bell'esempio di webdemocrazia, che fa ben sperare tutti coloro che credono nelle risorse sociali offerte dalla rete e, in particolare, da quello che ormai tutti chiamano Web 2.0.

L'AUTO CON LA MELA DENTRO


Gli svizzeri hanno inventato un'auto sottomessa all'iPhone. Il blog OneApple rilancia una notizia che si è diffusa nei giorni scorsi e che prelude a una serie di news analoghe: la Rinspeed, specializzata in prototipi e modifiche, ha realizzato una vettura sportiva che per funzionare ha bisogno dello smartphone della Apple. In pratica, l'oggetto diventa una centralina che gestisce tutte le funzioni evolute della vettura: riconoscimento utente (al posto delle banali chiavi), accensione fari, tergicristalli, autoradio, ecc. Due considerazioni: innanzi tutto iPhone è vincente ed è battezzato come standard dei futuri smatphone (oltre che fico); e poi, apre la porta a una valanga di ulteriori applicazioni: l'iPhone domotico, padrone della casa del futuro; l'iPhone didattico, nelle scuole; l'iPhone carta d'identità; l'iPhone carta di credito. Per arrivare, come scherzava un divertente video che vi linko, all'iPhone tuttofare: http://www.youtube.com/watch?v=5pGAtb1EW6E.
E così via, con il solo limite della fantasia.

SAFARI 4 BETA


Nuovo Safari 4 beta. Splendido. Se avete almeno un g5/g4 con Leopard, non importa se intel o powerpc, l'importante è che sia aggiornato alla versione 2009-001 del Security Update e al 10.5.6 del sistema operativo. È il frutto più avanzato della corsa alla velocità intrapresa con Firefox 3. Ma non sono solo le prestazioni da running back a sbalordire. È il miglioramento complessivo, che tocca la sicurezza, la ricerca, l'adattamento ai gusti di chi lo usa, la grafica, la facilità d'uso (si può utilizzare senza mouse), l'apertura verso gli sviluppatori... fino al reader Rss integrato. Naturalmente, i bambini come me più di tutto vengono colpiti dall'interfaccia, sempre più raffinata e sempre più assomigliante a quella di iTunes. Dopo qualche giorno di sperimentazione, posterò la mia personale prova su strada.
Infine: Safari 4 è disponibile, in tutta la sua potenza, anche per Windows.
Si può scaricare da qui: www.apple.com/it/safari/download/

IL COMPUTER DI JOBS

Dove la notizia sconfina con la morbosità e sfiora l'avvoltoiaggine. Solo uno spunto per riflettere, naturalmente. Ieri vari siti americani (e oggi alcuni siti italiani hanno ripreso la notizia) hanno sparato questa new: Steve Jobs ha spento il suo computer Apple. A parte il valore simbolico della frase (Jobs e Apple, un'anima sola: se si spegne il computer, si spegne Jobs), il timore è che tutto giri attorno al valore delle azioni. Povero Jobs: trasformando Apple in un colosso per azioni, si è condannato a vivere (e morire?) in una casa di vetro. Un minuto di silenzio, augurando a Steve di poter riaccendere quanto prima il suo computer.

iPhone contro tutti

C'è chi lo ha comprato, chi lo comprerà, chi sta valutando se comprarlo, chi non lo comprerà mai. L'iPhone, nel bene e nel male, fa battere il cuore dei malati di tecnologia. Con beneficio d'inventario, e con la consapevolezza che iPhone appartiene alla schiera dei work-in-progress, cioè degli oggetti in continua evoluzione, propongo un po' di siti in cui ho trovato interessanti confronti. IPhone contro tutti, naturalmente.

Filmati su youtube: http://www.youtube.com/results?search_type=&search_query=iphone+vs&aq=f

iPhone contro HTC Diamond contro Sonyericson:http://www.tecnophone.it/2008/05/30/iphone-vs-htc-diamond-vs-sonyericsson-xperia-x1-scontro-fotografico/

iPhone contro Samsung Omnia i900: http://www.hwstation.net/forum/showthread.php?t=1515

iPhone contro Blackberry Bold: http://www.theiphoneblog.com/2008/05/21/iphone-vs-blackberry-bold/

iPhone contro iPod Touch: http://punto-informatico.it/2115903/PI/News/fotorecensione-iphone-vs-ipod-touch.aspx

iPhone contro LG Voyager: http://reviews.cnet.com/4370-11399_7-332-101.html

iPhone contro HTC Touch HD: http://www.mobileblog.it/post/5715/foto-iphone-vs-htc-touch-hd

iPhone contro altri touchscreen: http://technology.timesonline.co.uk/tol/news/tech_and_web/personal_tech/test_bench/article4124866.ece

In più, per ridere, questo iPhone contro Allphones. http://www.allmobileworld.it/?p=8384

NUOVO MACMINI?


Una immagine pubblicata questa sera potrebbe rappresentare la prima foto pubblica (per quanto non autorizzata) del nuovo Mac mini. A metterla a disposizione sono AppleInsider e MacRumors che sembrano propensi a concedere alle foto un certo grado di autenticità.

Il computer desktop, dal poco che esteticamente si può intuire, è molto simile se non quasi identico al modello attuale: case parzialmente in plastica ma con largo uso di alluminio e bordi arrotondati. Il Mac mini fotografato dall'anonima "talpa" ha 5 porte Usb, una porta Mini DVI, una MiniDisplay Port, una porta Firewire 800.

Secondo l'utente del forum di Macrumors che ha messo a disposizione l'immagine, il sistema avrebbe un processore Core 2 Duo da 2 GHz, 3 MB di cache di secondo livello, 2 GB di Ram da 1066 MHz e masterizzatore con connessione SATA.

AppleInsider, che come accennato pubblica la stessa foto, sembra un po' più cauto, sottolineando di avere visto su una immagine dello scorso autunno un Mac mini pressoché identico. Quella macchina era però un prototipo il che potrebbe lasciar anche pensare che a così grande distanza di tempo, Cupertino potrebbe avere anche intrapreso una diversa strada e il "vero" Mac mini avere specifiche diverse e un aspetto estetico altrettanto diverso da quello presentato.

Ricordiamo che al momento le previsioni più accreditate fissano il lancio dei nuovi Mac mini (e forse anche dei nuovi iMac) per metà marzo. Tra le caratteristiche ci sarebbero anche schede grafiche Nvidia al posto del datato chip Intel che caratterizza i Mac mini attuali.

(Fabrizio Frattini, macitynet.it)

A Separate World, un fumetto in Youtube

Nasce da un’idea tutta italiana un nuovo modo di fare fumetti; “A separate world” rappresenta il primo tentativo di dare maggior interattività ad un mondo, quello dei fumetti appunto, che pareva destinato a muoversi solamente a senso unico.

L’idea nasce dalla volontà di sfruttare a fondo dispositivi quali iPhone e iPod touch con un prodotto che superasse i ben noti limiti a cui i fumetti, perfino quelli digitali, sono da sempre soggetti, sviluppando qualcosa di inedito che investisse il lettore di una parte attiva all’interno della storia.

A separate world” viene definito dagli stessi autori un “enhanced comics“, ovvero un “fumetto migliorato”, un prodotto in grado di miscelare sapientemente i tratti salienti di un fumetto con le possibilità date da device tecnologici quali i dispositivi portatili di casa Apple.

La storia, composta da vignette, video e perfino sei colonne sonore differenti, coinvolgerà il lettore fornendogli, nel suo districarsi, indizi e suggerimenti che lo guideranno attraverso l’evolversi degli eventi, in una trama in cui nulla è lasciato al caso.

Molto interessante è anche la politica commerciale di questo fumetto; secondo le prime indiscrezioni il prezzo di ogni numero dovrebbe attestarsi poco sotto un Euro, rendendolo un prodotto molto invitante per gli acquirenti dell’App Store che, a fronte di una cifra tanto irrisoria, preferiranno sicuramente pagarlo piuttosto che cercare il modo di installarlo abusivamente sui propri iPhone o iPod touch.

Presto sarà online il primo numero, non ci resta che sperare che ne seguano molti altri.

(Nicola Pagani, oneapple.it)

A cosa serve un blog sul mac?

Il blog è la strada giusta verso la sapienza. Io te la racconto, tu MELA racconti, egli MELA racconta. Così cresce la conoscenza, nell'era dell'assoluto sharing. Io so molte cose ma non tutte. Perciò ho bisogno di te, di voi. E tutti insieme mangeremo la MELA.
Quante volte hai pensato: czzz, ma che friendly e friendly! Sto' Mac è ostico! Bene, ascolta cosa ti dico: è più difficile estirpare i rovi e fare in modo che non crescano più, che aprire un Mac e cambiargli la scheda madre. Fidati. Ho un boschetto. L'estate passata Enrico, un amico, mi ha aiutato a far fuori una decina di metri di rovi. Era vestito come un assaltatore della prima guerra mondiale. Aveva anche l'elmetto. Una faticaccia, credimi. Ma non pensare che l'estate prossima in quello stesso punto non ricresceranno i rovi. Anzi: saranno belli vigorosi, quei bastardi.
Meglio, molto meglio, smontare un powerbook g4, del tipo a quarantaquattro viti.
In rete c'è tutto quello di cui abbiamo bisogno. Aiutiamoci a trovarlo e il nostro Mac sarà veramente friendly.